Goffredo Molteni
Storie dai CAE

Goffredo Molteni – Cae Unicredit, Fisac Cgil di Milano

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Solo uno sguardo comune e inclusivo è capace di scorgere la prateria sconfinata di battaglie che ci aspettano.

Il Cae di Unicredit è stato istituito da pochi anni, ma ha già una sua storia e un’identità ben definite. Con diciotto nazioni presenti e trentanove delegati, è tra i comitati europei più rappresentativi. L’eco di lacerazioni sociali e politiche che attraversano il nostro continente ha trovato in esso una strada verso la ricomposizione. «In qualità di membro del Cae, vivo pienamente l’attualità di un contesto al tempo stesso evocativo ed estremamente concreto: l’Europa dei lavoratori. Se assumiamo questa prospettiva, il Cae si distingue come uno strumento che avvicina persone provenienti da realtà differenti. In tal senso, la difesa e il miglioramento delle condizioni di lavoro all’interno del Gruppo rappresentano un tassello di un disegno più ampio, volto alla costruzione di un futuro di diritti, progresso e benessere.» racconta Goffredo Molteni. Il suo è un punto di osservazione privilegiato.

Molteni partecipa, in qualità di componente del “Secretariat”, alle riunioni del Comitato Ristretto, l’organo che indirizza, elabora strategie e si relaziona da vicino con la direzione aziendale. Una sorta di periscopio in grado di ampliare gli orizzonti e di individuare soluzioni ai problemi. Tra quelli affrontati di recente, c’è la dismissione delle attività di banca commerciale nei Paesi baltici. Non si è riusciti ad evitarla ma, attraverso le pressioni esercitate dal Cae, è stato possibile, nei territori coinvolti, concordare condizioni di fuori uscita migliori rispetto a quelle previste dalle rispettive legislazioni nazionali. Confrontarsi con la diversità significa anche fare i conti con esperienze culturali eterogenee.

«Non l’ho mai considerato un limite, né un pericolo. E non credo neanche che Paesi con una tradizione più solida in tema di diritti- come l’Italia- debbano necessariamente esportare la propria visione. Occorre, invece, studiare approcci diversi, che facciano sentire i lavoratori del Gruppo uniti da un destino comune.»

Poniamo il caso di una delocalizzazione. È chiaro che per alcuni lavoratori costituirà un dramma, e per altri sarà un’occasione. «La differenza tra noi e l’azienda, è che loro mirano ad abbassare ferocemente i costi, noi vogliamo ottenere diritti. E la battaglia per i diritti non può che essere comune.» Su questo fronte, il Cae di Unicredit ha guadagnato risultati importanti. Dal 2008 ad oggi, sono state siglate tre dichiarazione congiunte, per orientare la politica aziendale al raggiungimento di determinati obiettivi. Gli argomenti trattati sono la formazione, l’apprendimento e lo sviluppo professionale; le pari opportunità e la non discriminazione; le vendite responsabili.

«Le ritengo estremamente importanti- dichiara Molteni- Contengono visione, modernità, strategia. Solo uno sguardo comune e inclusivo è capace di scorgere la prateria sconfinata di battaglie che ci aspettano.»

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