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I CAE come strumenti per la costruzione di un’identità europea

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Quali sono le opportunità sindacali rispetto all’attività nei CAE? Quali sono le possibilità di sviluppo di questi organismi di rappresentanza sovranazionale? Che tipo di ruolo potranno avere in futuro? Si tratta di una serie di domande che risponde al più generale bisogno di  contestualizzare l’esperienza dei CAE e capire se questi possano contribuire al rafforzamento di una comune identità europea tra le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori.

I CAE, infatti, assumono una duplice importanza per le organizzazioni sindacali. Da una parte, questi organismi offrono l’opportunità alle rappresentanze dei lavoratori di confrontarsi con il management a livello sovranazionale. Dall’altra, invece, permettono di far incontrare periodicamente i lavoratori dei diversi paesi dando loro l’occasione di sviluppare forme di solidarietà internazionale. Se il primo aspetto appare spesso scontato, il secondo elemento citato mette in luce l’immagine dei Comitati Aziendali Europei come strumenti che, attraverso un loro pieno utilizzo, possono rafforzare le reti di cooperazione sindacale e attivare processi di coesione e solidarietà tra le diverse organizzazioni a livello continentale.

Come descritto in un saggio di Volker Telljhoann “CAE, l’emergere di un’identità collettiva europea?”, perciò, I CAE, se ben sviluppati, possono contribuire alla costruzione di un’ identità sindacale compiutamente europea. Si tratta, tuttavia, di un percorso è estremamente lungo e non sempre di facile realizzazione. Molto spesso, infatti, le fasi di ristrutturazione aziendale fanno emergere possibili conflitti di interesse in seno ai lavoratori, in quanto alcune decisioni del management possono danneggiare gli interessi di alcuni paesi e, contemporaneamente, favorire quelli degli altri.

Tuttavia, queste divisioni rischiano di minare la capacità di azione dei CAE, in quanto la forza del movimento sindacale risiede nella sua unitarietà e nella sua capacità di trovare elementi di coesione e solidarietà.

In quest’ottica, perciò, Telljhoann individua ben otto fattori che possono influenzare positivamente il processo di costruzione di un’identità europea in seno ai CAE e il rafforzamento della solidarietà tra i lavoratori dei diversi paesi. Il primo di questi è il tempo: il processo di costruzione di un’identità europea, infatti, deve essere considerato come un lento percorso che può portare i suoi frutti solo nel medio – lungo periodo. Grande importanza assume, poi, la costruzione di una coesione interna al CAE, realizzabili a partire dalla formazione e dallo scambio reciproco, entrambi elementi chiave per una conoscenza comune. Anche il fattore individuale è tutt’altro che trascurabile. La formazione per i singoli delegati, infatti, deve andare nella direzione di migliorare le loro capacità pratiche oltre che permettere lo sviluppo di competenze di networking con i rappresentanti dei diversi paesi. Fondamentali sono, poi, le modalità di funzionamento interno al CAE, la capacità di sviluppare strategie e obbiettivi comuni tra i diversi sindacati e la legittimazione che i singoli delegati riescono ad ottenere, sia nei confronti del management, che nei confronti degli altri lavoratori. Infine, per realizzare tutto questo le organizzazioni sindacali e gli accordi istitutivi dei CAE devono mettere a disposizione dei delegati sufficienti risorse per lo svolgimento delle proprie funzioni.

Si tratta di una percorso di sviluppo dei CAE che necessita di costanti investimenti sia in termini di risorse che di legittimazione politica da parte sindacale. Solo attraverso questo forte impegno sindacale i CAE possono aspirare ad avere un ruolo di primo piano all’interno dei processi di ristrutturazione aziendale.

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Umberto Bettarini
Umberto Bettarini

Ricercatore sociale, esperto di relazioni industriali e di sindacalismo europeo

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