Fabio Tedoldi
Storie dai CAE

Fabio Tedoldi – Cae Basf, Filctem Cgil Monza e Brianza

0

Quella sera di cinque anni fa, alzare la cornetta per chiamare in Italia, dopo una riunione con tutti i direttori del personale del Gruppo, fu un atto liberatorio.

«“Allora? Che notizie ci sono, dalla Germania?” mi chiedevano i colleghi. Io sapevo, ma non potevo dire nulla, per via della clausola di confidenzialità cui è vincolato il Cae. Mantenere il segreto non mi faceva dormire la notte. Telefonai appena ricevetti l’autorizzazione. Giusto in tempo! Alla Basf di Burago stavano per comunicare la chiusura dello stabilimento… Immagina la gioia, quando dissi che i posti di lavoro erano salvi.» ricorda Fabio Tedoldi.

Quella sera di cinque anni fa, alzare la cornetta per chiamare in Italia, dopo una riunione con tutti i direttori del personale del Gruppo, fu un atto liberatorio.

Non che la confidenzialità sia di ostacolo al corretto funzionamento del Cae. L’intervallo che occorre rispettare, prima di trasmettere informazioni dalla casa madre alle sedi nazionali, è ragionevole. Ma l’adrenalina che sale, la tensione, il conto alla rovescia, rimangono nella memoria. Specialmente quando è in gioco la sopravvivenza di una fabbrica. A Burago, dove la multinazionale della chimica concentrava la produzione di vernici, si rischiava la chiusura. Grazie alla pressione esercitata dal comitato aziendale, il sito fu invece venduto.

Ma non sempre va così. Le vittorie non sarebbero tali senza sconfitte, e a Fabio Tedoldi piace stare con i piedi per terra.

Individua necessità, traguardi da raggiungere. Il confronto con i sindacati dei diversi Paesi che compongono il Cae spinge alla riflessione. «Sull’esempio di Stati quali la Germania e la Francia, penso che dovremmo creare un coordinamento nazionale di tutte le rsu presenti nel nostro territorio. Solo l’unità può garantirci il pieno controllo di quanto avviene all’interno degli stabilimenti Basf. Ciò renderebbe più solida la posizione dell’Italia nel Cae, e magari anche la contrattazione di secondo livello ne beneficerebbe. Come dicevano i romani, “divide et impera.” Perciò, ripeto: dobbiamo ambire a una maggiore coesione.»

Lo stesso discorso vale a livello internazionale. Per Tedoldi, bisogna sviluppare una visione d’insieme, in grado di concepire i comitati di diverse aziende come parti di un unico progetto, volto a garantire tutele e diritti. Gli strumenti a disposizione esistono. Vanno dalla formazione alle molteplici occasioni d’incontro tra i membri del Cae. In quanto ai contenuti, non ne occorrono di nuovi o diversi. «Basta un sindacato nudo e crudo, che sappia immedesimarsi nei lavoratori combattendo al loro fianco.»

About the author / 

Dedalus

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This project has been funded with support from the European Commission. This publication reflects the views only of the author, and the Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein.

#GiocaLeTueCarte

giocaletuecarte

Downloads

Sito web a cura del Dipartimento Internazionale di CGIL Lombardia: internazionale@cgil.lombardia.it (Responsabile Fabio Ghelfi).