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Storie dai CAE

Sonia Cattaneo – CAE Air Liquide, FEMCA CISL Milano

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COMITATO AZIENDALE EUROPEO AIR LIQUIDE – Multinazionale Chimica con Casa Madre Francese – esperienza di 4 anni nel Board (Comitato Ristretto) del CAE ed ora da 3 anni Segretaria/Presidente.

Prima di sviluppare ogni ragionamento, ci tengo a fare una premessa, e cioè che mi sento in qualche modo “privilegiata”, in quanto il mio ruolo nel CAE mi offre l’occasione di conoscere diverse situazioni e realtà anche al di fuori del mio paese, di poter provare a rappresentare veramente un così ampio numero di lavoratori e, soprattutto,  mi da l’opportunità di provare a far rispettare i loro diritti. Le esperienze vissute in quest’ambito, che sono state anche positive e che mi hanno sicuramente arricchito, mi hanno portato tra l’altro a riflettere sul ruolo dei CAE , quello di oggi e quello che forse sarà domani.

Quello che vedo oggi, quantomeno nel mondo industriale che conosco, è il potenziale rimasto tuttora inespresso; sia per il numero di CAE che avrebbero titolo per essere  costituiti ma che per svariati motivi ancora non sono nati, sia per la poca rilevanza di molti già costituiti ma sostanzialmente inesistenti.

In molti casi infatti i Comitati Europei sono considerati, nella migliore delle ipotesi, delle “vetrine” che le Multinazionali sono tenute ad avere, ma che spesso fanno di tutto per mantenere relegati ad un ruolo di scatole vuote.

Ma la cosa peggiore, per incapacità nostra, è che altrettanto spesso i lavoratori non sanno neppure cosa è il CAE , cosa fa, quali sono le materie di cui si occupa e, conseguentemente, non ne hanno alcuna percezione dell’utilità.

Quindi, a mio parere, una delle azioni importanti su cui è necessario concentrarsi è la COMUNICAZIONE con i lavoratori . Comunicazione intesa come relazione, come scambio, come coinvolgimento, come partecipazione, come rappresentanza, come senso di appartenenza.

Altra azione che considero prioritaria è agire sul ruolo dei CAE che, dal mio punto di vista, ritengo debba passare dalla Informazione e Consultazione, anche alla NEGOZIAZIONE.

Certamente, purtroppo, oggi ci troviamo ancora nella situazione di far fatica ad esigere quanto espressamente definito dalla Direttiva 2009/38 in materia di I&C: l’informazione è spesso molto limitata o insufficiente e comunicata in ritardo, e ancora più spesso la consultazione viene svuotata di ogni significato perché arriva a decisioni già prese.

Ma ciò non toglie che inevitabilmente, in uno scenario europeo dove i processi di ristrutturazione  e riorganizzazione sono all’ordine del giorno, i CAE dovranno avere un ruolo sempre più partecipativo e attivo, insieme alle TU, nella negoziazione di Accordi Aziendali Transnazionali che garantiscano standard minimi per un piano sociale a livello europeo. Questo aiuterà a riempire quella scatola vuota citata prima.

Per concludere, sono convinta che lavorare insieme con le TU per mettere in campo iniziative che possano incidere nelle scelte politiche della UE per una EUROPA SOCIALE sia una priorità non più rimandabile.

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