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Regione di Sverdlovsk, Russia: i sindacati nelle multinazionali

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Nella regione di Sverdlovsk che si protrae dall’est delle montagne Urali fino al Bassopiano Siberiano Occidentale, sono presenti tante multinazionali: Coca-Cola, Pepsico, Metro Cash&Carry, Auchan, Ikea, Danone Unimilk, Unilever, Stockmann, OBI, Enel, Schneider Electric, McDonalds, KFC, Burger King.

 

Nella Federazione russa non è riconosciuta alcuna forma di rappresentanza transnazionale dei lavoratori delle imprese multinazionali, non esiste nulla di simile ai comitati aziendali europei. Come racconta Vasily Derkach, il capo del dipartimento di sviluppo del movimento sindacale della Federazione sindacale della regione di Sverdlovsk, certe società più grandi hanno “ereditato” rappresentanze sindacali dalle aziende che esistevano ancora ai tempi dell’URSS e poi sono state acquistate dalle multinazionali, come, per esempio, nei casi di Enel e di Schneider Electric. Tuttavia in molti casi le imprese creano degli ostacoli all’attività sindacale bloccando la stipula di contratti collettivi e facendo pressione sui lavoratori al fine di contenere il numero delle adesioni alle organizzazioni dei lavoratori.

In questo quadro di difficoltà, esempi di vere azioni sindacali si sono verificate, invece, nei colossi Coca-Cola e Metro Cash&Carry. I sindacati di entrambe le aziende sono riusciti a vincere cause riguardanti le compensazioni materiali dovute ai dipendenti che lavorano in condizioni di grande rischio per la salute. Questi successi sono ancora più notevoli considerando il clima antisindacale diffuso nel paese. Ci riferiamo a vere e proprie campagne imprenditoriali, con minacce di licenziamento per i lavoratori sindacalizzati e pratiche discriminatorie come la riduzione dello stipendio o la cancellazione dei bonus.

“I dirigenti delle imprese sono soliti rivolgersi agli iscritti al sindacato minacciandoli di ripercussioni rispetto ai bonus o all’applicazione di turni di lavoro più scomodi. Così tante persone entrano a far parte del sindacato, ma solo con la certezza che la direzione non ne sappia niente e poi si rivolgono all’associazione solo in caso di ingiustizia”, dice Vasily Derkach.

Nonostante la possibilità dell’iscrizione segreta, sembra che la battaglia tra Davide e Golia sia ancora lontana da una piena affermazione sindacale. I dati sulle iscrizioni, infatti, mostrano un quadro difficile per le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori. In Coca-Cola, ad esempio, su circa 170 dipendenti solo 40-50 fanno parte del sindacato, mentre nel caso di Metro Cash&Carry: su circa 480 persone distribuite nei 4 negozi presenti nella regione di Sverdlovsk solamente 60-80 sono iscritti al sindacato (i nuclei sindacali sono presenti solo in 2 negozi).

La scarsa partecipazione alle attività sindacali viene alimentata dall’ostilità delle dirigenze delle filiali delle multinazionali e dalle condizioni di lavoro scadenti che causano il costante turnover del personale. “Purtroppo in queste circostanze la gente non vuole trattenersi a lungo sul posto di lavoro e preferisce andarsene piuttosto che cercare di migliorare la situazione. Molti non credono che i cambiamenti siano possibili”, confessa Vasily Derkach.

Nella Federazione sindacale della regione di Sverdlovsk non si meravigliano di questo punto di vista ricordando i casi scandalosi delle filiali di altre due multinazionali. Gli attivisti che lavoravano presso Pepsico e OBI sono stati costretti a lasciare il sindacato sotto la pressione dei dirigenti: alcuni iscritti sono stati licenziati, altri hanno abbandonato la loro causa per salvare il proprio posto di lavoro.

Considerati tutti questi ostacoli per i lavoratori sta diventando sempre più difficile lottare per i propri interessi. Oggi la maggior parte delle lamentele da parte dei dipendenti è legata alle condizioni di lavoro inadeguate e rischiose per la salute, agli aumenti di stipendio proporzionali alla crescita del tasso di inflazione, alla pensione anticipata, alla sottrazioni di una parte di salario per coprire i danni inflitti ai beni dell’azienda (diventano sempre più diffusi i casi quando i dirigenti cercano di scaricare sui lavoratori la colpa per quello che nella legislazione si chiama “rischio commerciale”). Con la crisi a questo elenco si sono aggiunte nuove rivendicazioni.
Cercando di risparmiare, le aziende assegnano ai dipendenti sempre più funzioni per non dover assumere altro personale.

Vasily Derkach è convinto che l’ostilità verso il sindacalismo da parte delle aziende si spiega con la propaganda che vede nelle associazioni dei lavoratori un eco dell’Unione Sovietica che allontana possibili investitori stranieri. “L’altro problema è l’assenza di risultati di effettivo miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Bisogna dimostrare che il sindacato può funzionare bene. Per esempio adesso stiamo cercando di creare un precedente giudiziario: vogliamo ottenere dai datori di lavoro un rimborso delle spese processuali visto che molto spesso la fondazione di un nuovo sindacato ha come scopo proprio l’assistenza giuridica agli iscritti. Questo potrebbe diventare uno dei modi efficaci di mantenimento dei programmi di sviluppo sindacali”, conclude Vasily.

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Galia Milovzorova
Galia Milovzorova

Giornalista di origine russa, esperta in questioni sociali e politiche dell'ex Unione Sovietica, ha conseguito la laurea in giornalismo presso l'Università di San Pietroburgo e ha studiato successivamente mediazione linguistica e culturale a Milano.

2 Comments

  1. Michaele Bioun 8 aprile 2016 at 14:28 -  Rispondi

    Отличная статья – спасибо)

  2. Galia Milovzorova
    Galia Milovzorova 8 aprile 2016 at 14:40 -  Rispondi

    Спасибо за комментарий!

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