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Storie dai CAE

Maurizio Zoldan – Cae Novartis, Filctem Cgil di Varese

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«… Sapere ciò che accade nei diversi Paesi che compongono il comitato è di per sé una buona pratica. Capisci che siamo tutti sulla stessa barca. Gira gira, i problemi che affliggono il mondo del lavoro sono gli stessi, ovunque. Esserne consapevoli stimola il senso di unità.»

Maurizio Zoldan è una miniera di informazioni. Comincia raccontando di quella volta che il Cae riuscì a impedire la dismissione di un sito produttivo a Basilea. I colleghi svizzeri presero ad esempio un accordo italiano firmato poco tempo prima che, attraverso gli strumenti della mobilità e della solidarietà, era riuscito a sua volta a salvare posti di lavoro. Lo studiarono, lo adattarono al nuovo caso, e lo proposero alla Novartis, che accettò.

«Fu un’ esperienza intensa. Sapere ciò che accade nei diversi Paesi che compongono il comitato è di per sé una buona pratica. Capisci che siamo tutti sulla stessa barca. Gira gira, i problemi che affliggono il mondo del lavoro sono gli stessi, ovunque. Esserne consapevoli stimola il senso di unità

Il Cae della Novartis, complice l’affinità tra i suoi membri, ha sempre avuto una visione lucida dei bisogni e delle strategie da adottare. La formazione, in particolare, rappresenta la base di qualsiasi azione di tutela dei lavoratori.

Durante la riunione annuale del Cae, il primo giorno è interamente dedicato all’apprendimento della legislazione, e delle tradizioni sindacali proprie di ciascun delegato. Un esercizio fondamentale, per intendersi e formulare un indirizzo comune. Nei due giorni successivi, l’azienda informa il Cae del suo stato di salute e delle scelte che intende adottare. A questo punto, i delegati pongono i loro quesiti.

«Iniziamo da una serie di interrogativi di cui Novartis è già a conoscenza, per poi fare delle domande inedite. Se l’azienda non risponde, ognuno di noi, a turno, continua a insistere sulla stessa questione

Generalmente, Novartis ha un atteggiamento piuttosto collaborativo nei confronti del comitato.

«È un’azienda farmaceutica- interviene nuovamente Zoldan- Nella sua policy compare nero su bianco l’attenzione verso la persona. Un riguardo che non può non estendersi anche alle maestranze. Da parte nostra, lo pretendiamo.»

A partire dalla sua costituzione, la relazione tra il Cae e la multinazionale ha subito una serie di miglioramenti. Le informazioni date durante gli incontri sono quelle più utili, i tempi vengono maggiormente rispettati, e la consultazione ne risente in positivo.

Ciò è anche merito, vale la pena di ripeterlo, dei buoni rapporti esistenti tra delegati di diverse nazionalità. «I momenti più belli sono quelli informali. Visitare tante città diverse, osservare gli stili di vita, condividere un pasto. A volte, resto rapito dai racconti dei colleghi. Si comincia parlando del tempo, per arrivare alle persone.» conclude Zoldan.

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