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Luca Visentini è il nuovo Segretario Generale della CES.

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Il 13° Congresso della Confederazione Europea dei Sindacati (CES – ETUC), riunitosi a Parigi lo scorso 29 settembre, ha eletto Luca Visentini come nuovo Segretario Generale e Rudy de Leeuw come Presidente. Il sindacalista italiano, 46 anni, membro della UIL dal 1989, prende il posto di Bernadette Segol ottenendo il 97% dei consensi da parte dei leader sindacali europei e sarà la guida della CES per i prossimi quattro anni.

Il Congresso è stata anche l’occasione per l’adozione di un nuovo Manifesto e del Programma d’Azione 2015-2019Per lavori di qualità, per i diritti dei lavoratori e per una società più giusta”. In una breve intervista realizzata dal European Trade Union Institute (ETUI) al nuovo Segretario Generale, Visentini elenca le linee guida programmatiche per l’azione futura dei sindacati europei.

Le priorità sono il rilancio dell’economia e il sostegno della crescita, due pilastri che rappresentano lo stimolo necessario alla creazione di nuovi posti di lavoro, di qualità, per dare una risposta al problema tutt’altro che risolto della disoccupazione e superare l’austerità. La crescita deve poter essere sostenibile e non può essere rilanciata senza investimenti pubblici e un maggior sostegno ai salari dei lavoratori, sostiene Visentini. Ridare slancio alla crescita vuol dire anche sostenere la domanda interna agli Stati dell’Unione e combattere la stagnazione ancora in atto.

Per superare l’austerità c’è bisogno di un ritorno agli interessi centrali per l’azione dei sindacati europei e prima di tutto alla negoziazione. Il potere della negoziazione, spiega Visentini, è la capacità di portare a compimento accordi giusti con le istituzioni, in termini di dialogo sociale bilaterale e trilaterale, e con i datori di lavoro, per sostenere lo sviluppo di migliori relazioni industriali ed assicurare migliori condizioni di lavoro per tutti i lavoratori europei.

È il modello sociale europeo che deve essere rilanciato perché rappresenta un valore irrinunciabile per l’Europa. I diritti dei lavoratori, dei sindacati e i diritti sociali sono le fondamenta del rilancio del modello sociale europeo. La CES, conclude il nuovo Segretario Generale, deve raggiungere questo obiettivo per essere vicina a tutti i lavoratori, comprese le nuove categorie, e in particolare i giovani. Solo in questo modo sarà possibile fare la differenza nel futuro delle politiche europee.

Veniamo da uno dei periodi peggiori della storia sindacale europea. La missione per il prossimo mandato sarà quella di continuare a resistere agli attacchi ai sindacati e quella di cambiare la fase negativa in cui ci troviamo, per portare risultati concreti per i nostri membri”. Per questo, – conclude Visentini al termine del Congresso di Parigi – abbiamo bisogno di investimenti e di contrattazione, oltre a più forti poteri per i sindacati”.

Tra le priorità del nuovo Programma quadriennale e del nuovo Manifesto, oltre alla crescita economica sostenibile, alla creazione di nuovi posti di lavoro e ad un dialogo sociale più vigoroso che in passato, si parla anche di una nuova legge europea per riservare posti per i rappresentanti dei lavoratori nei board di gestione e controllo delle imprese europee e di diritti sociali più forti, tra cui la libera circolazione dei lavoratori, la parità di retribuzione per tutti i lavoratori che fanno il medesimo lavoro nello stesso luogo di lavoro, e la solidarietà con i lavoratori migranti.

La 13° edizione del Congresso della CES è stata anche un’opportunità per il lancio di un’interessante iniziativa a sostegno di un ambizioso accordo sul clima per il prossimo vertice delle Nazioni Unite sul clima (COP21), in programma per fine anno. I dirigenti sindacali sono stati fotografati intorno a una grande scritta che diceva “I nostri posti di lavoro dipendono dal nostro pianeta”. L’obiettivo è dare forza a quanto enunciato nel Manifesto appena approvato, ovvero ad un maggiore impegno da parte dei governi di tutto il mondo a sostenere l’accordo per la protezione globale del clima e a lavorare uniti per una giusta transizione verso un’economia che sia davvero “green” e sostenibile.

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Angelo Motola
Angelo Motola

Analista delle politiche d’immigrazione, dal 2012 collabora come ricercatore con l’Istituto di Ricerche Internazionale Archivio Disarmo (IRIAD)

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