La questione dell’obbligo di riservatezza è una delle più complicate e controverse nella vita quotidiana dei CAE. L’articolo 8 della direttiva 2009/38, infatti, non autorizza i membri CAE, gli esperti che partecipano alle riunioni e i membri del comitato speciale di negoziazione, a rivelare le informazioni che sono espressamente catalogate come confidenziali. Tale imposizione normativa deriva dalla necessità di tutelare le imprese da eventuali fughe di notizie che potrebbero pregiudicare l’andamento borsistico o avvantaggiare i propri competitori. La direttiva, inoltre, rispetto a casi di particolare gravità per la sopravvivenza dell’azienda, stabiliti in base a dei criteri oggettivi, rimuove l’obbligo per il management di informare i membri del CAE.
Queste limitazioni mettono a dura prova il diritto all’informazione e alla consultazione dei lavoratori. In particolare offrono la possibilità per il management di fare un uso distorto del concetto di riservatezza, che esula dalla sua ragione economica, per bloccare l’attività del CAE. Per questo motivo è importante stabilire con chiarezza, in sede di negoziazione degli accordi istitutivi dei CAE, che cosa sia effettivamente confidenziale, quali siano le terze parti a cui non possono essere rivelate le informazioni e se l’obbligo di confidenzialità sia da riferirsi solo alla trasmissione scritta delle notizie o si estenda anche alle comunicazioni orali.
Su questo aspetto esistono numerosi esempi di accordi CAE che mettono in campo delle interessanti soluzioni al problema della confidenzialità. Alcune di queste, come nel caso di Agusta Westland, sono improntate alla limitazione della clausola di confidenzialità solo alle questioni strettamente rilevanti e i rappresentanti dei lavoratori hanno la facoltà di contestare eventuali abusi. In altri casi, come ad esempio alla Johnston Press Group, sono stati individuati diversi livelli di riservatezza in base alla criticità dell’informazione trattata. Alla LSG e in altri gruppi industriali, invece, si è scelta la strada della discussione preventiva nella quale i rappresentanti dei lavoratori decidono insieme al management su quali informazioni apporre l’obbligo di riservatezza. Infine, in imprese come Autogrill, si è scelta la strada della costituzione di un apposito organismo di conciliazione per le eventuali dispute rispetto alla natura confidenziale di una determinata informazione.
In generale, al fine di evitare abusi da parte del management, è fondamentale inserire negli accordi istitutivi dei CAE norme chiare sul concetto di confidenzialità. In particolare è necessario definire a priori cosa possa essere considerato confidenziale, le motivazioni che spingono a tale necessità, quali soggetti sono sottoposti a tali obblighi, entro quali tempi è possibile far cadere il vincolo di riservatezza. La negoziazione di un buon accordo, perciò, è condizione necessaria per evitare future discussioni e per scongiurare abusi da parte delle aziende.
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Umberto BettariniRicercatore sociale, esperto di relazioni industriali e di sindacalismo europeo
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