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800 euro al mese per tutti? La Finlandia vuole introdurre il basic income

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Il governo finlandese sta valutando la possibilità di introdurre un reddito base che potranno ricevere mensilmente tutti i cittadini maggiorenni. Il promotore dell’idea è il nuovo primo ministro, Juha Sipila che durante la sua campagna elettorale ha promesso di concentrarsi sul miglioramento della situazione economica del paese.

Il programma di basic income (reddito base) non soggetto a tassazione prevede un periodo di prova durante il quale i finlandesi che hanno raggiunto l’età di 18 anni riceveranno 550 euro al mese indipendentemente dalla loro situazione lavorativa e dal livello di reddito. Terminato il test questa somma dovrà essere aumentata fino a 800 euro (Finland Politics).

Il reddito base dovrà sostituire un elenco lungo di assegni sociali, compresi quelli di disoccupazione, maternità, congedo parentale ecc. Secondo i sostenitori del progetto il basic income potrà finalmente rivoluzionare il sistema sociale che molti finlandesi credono obsoleto. Non si dovrà più calcolare la somma degli assegni per ogni singolo caso, controllare la corretta distribuzione dei sussidi e la loro ricezione da parte dei cittadini, dicono i promotori dell’idea. Adesso lo stato nordico spende circa 700 euro per sussidi sociali per cittadino al mese. 800 euro sembrano di più considerato che verranno destinati a tutta la popolazione adulta e non solo a quelli che ne hanno davvero bisogno. Però allo stesso tempo non ci saranno spese di mantenimento del sistema burocratico: i numerosi uffici e i programmi di elaborazione di richieste non serviranno più, sostengono i promotori del basic income. Che ne sarà del personale di questi dipartimenti non è ancora chiaro, ma Juha Sipila si è impegnato a creare 200 mila nuovi posti di lavoro in 10 anni. Inoltre il team del primo ministro è convinto che il reddito base permetterà alla gente di avere più sicurezza finanziaria e non aggrapparsi al primo lavoro che trovano cercando con tranquillità un impiego giusto e soddisfacente.

I contrari al progetto invece temono che la percentuale di disoccupazione aumenti perché i cittadini senza lavoro potrebbero diventare meno motivati a cercare un impiego. Sembra che tra gli oppositori di questo progetto ci siano anche i sindacati. Non hanno ancora espresso la loro opinione ufficiale a riguardo, ma alcuni membri della SAK (la confederazione dei sindacati finlandese) hanno fatto capire che vedono nel basic income più aspetti negativi che positivi. Uno degli argomenti contro il reddito base sono le possibili ripercussioni sui contratti collettivi di lavoro. Inoltre i sindacalisti credono che la nuova misura farà crescere il numero dei cittadini disposti ad accettare i lavori sottopagati.

Tuttavia secondo gli ultimi sondaggi il 69% di finlandesi sostengono l’iniziativa. Il paese nordico non è il primo stato a voler introdurre il reddito base. Progetti simili sono già stati testati in alcune regioni di Olanda, Brasile e Canada, ma non sono mai stati addottati al livello nazionale.

In Finlandia i primi pagamenti a titolo di prova dovrebbero partire nel 2017.

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Galia Milovzorova
Galia Milovzorova

Giornalista di origine russa, esperta in questioni sociali e politiche dell'ex Unione Sovietica, ha conseguito la laurea in giornalismo presso l'Università di San Pietroburgo e ha studiato successivamente mediazione linguistica e culturale a Milano.

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